Realizzata sul finire dell'800, si presenta più come un grande palazzo urbano che non come una villa di campagna. L'edificio (cui si accede attraverso un'imponente scalinata) dal colore rosso è interrotto simmetricamente dalle cornici in pietra leccese, da finestre e da balconi sovrastati da timpani. La famiglia apparteneva alla benestante famiglia Vaglio-Massa. Successivamente ne divenne proprietario Salvatore Caputo, il quale nel 1937 la donò al figlio Carlo. Il giovane Carlo, ufficiale medico, durante la II Guerra Mondiale fu dato disperso e negli anni ’50 nella proprietà subentrarono i suoi fratelli.