Il barocco del centro storico, il verde lussureggiante che circonda il paese, il mare dall’acqua cristallina. E ancora le torri costiere, i musei, le antiche masserie.
Nardò è un gioiello che lascia senza fiato. Un’atmosfera senza tempo. Passeggiare la sera tra le luci soffuse del meraviglioso centro storico, sedersi nelle piazze delle marine – autentiche terrazze sul mare - ad assaporare i tramonti meravigliosi, gustare le prelibatezze enogastronomiche: tutto contribuisce a rendere un soggiorno a Nardò un’esperienza indimenticabile in qualsiasi stagione dell’anno.
Nardò in cifre: 32 mila abitanti, 190 chilometri quadrati di estensione, 22 chilometri di coste da Torre Squillace alle Quattro Colonne, 365 giorni per innamorarsi di un territorio aperto all’ospitalità, quella delle tradizioni, dell’accoglienza sincera e dei sorrisi spontanei. Quella che fu l’antica Neretum - uno dei principali centri culturali del Salento, sede di università, di accademie e di studi letterari e filosofici - è oggi una destinazione simbolo per gli amanti dei viaggi slow, culturali, a tutto relax.
Cenni storici
Nardò città d’arte ha radici antiche e vanta testimonianze di ogni epoca. Il bellissimo Museo della Preistoria, allestito nelle sale del Chiostro di Sant’Antonio, ospita manufatti e fossili provenienti dalle indagini archeologiche svolte a partire dagli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso nelle grotte del parco di Portoselvaggio frequentate nel Paleolitico (grotte di Serra Cicora A, Mario Bernardini, Uluzzo, Uluzzo C, Cavallo, Zei, Torre dell’Alto) e nel sito neolitico di Serra Cicora. Tra i reperti di maggiore rilievo ci sono i più antichi fossili di Homo sapiens del continente euroasiatico, ma un’altra eccezionalità è costituita proprio dall’elevato numero di siti archeologici che testimoniano quasi centomila anni di vita di Homo
Proprio il parco di Portoselvaggio è la vera “cartolina” del territorio neretino, un fascino magnetico determinato dal contesto aspro e incontaminato che continua a richiamare visitatori praticamente in ogni periodo dell’anno. Circa trecento ettari di zona pinetata e sette chilometri di costa rocciosa e frastagliata, diversi siti di interesse come la bellissima Palude del Capitano, uno specchio d’acqua alimentato da acque dolci sorgive e da acque salmastre che ospitano numerose specie di animali acquatici e rarissime specie vegetali. O ancora come Torre Uluzzo, Torre Inserraglio, le masserie di Torre Nova e dell’Alto, le grotte, il pianoro di Serra Cicora con i reperti risalenti al periodo neolitico e località Frascone che custodisce le testimonianze di un insediamento di età romana imperiale. Sono stati 41 mila 768 gli hashtag dedicati a Portoselvaggio su Instagram nel solo mese di luglio 2019, alla pari delle più grandi mete turistiche nazionali.
Prima di immergersi nel contesto urbano, merita senza dubbio una visita il Museo della Memoria e dell,Accoglienza di Santa Maria al Bagno, che raccoglie le testimonianze di migliaia di profughi ebrei che tra il 1943 e il 1947 trovarono ospitalità nel territorio di Nardò. Al suo interno sono custoditi i murales realizzati da Zivi Miller, l’unica testimonianza di tipo grafico esistente in Europa dell Aliyah Bet, il viaggio che dopo la guerra condusse i sopravvissuti ebrei nella Terra Promessa. Una pagina esemplare di solidarietà che ha consentito a Nardò di fregiarsi nel 2005 della Medaglia d’Oro al Merito Civile da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ma una tappa obbligata sono anche le numerose ville in stile moresco o liberty di località Cenate, che meritano un itinerario dedicato in cui abbandonarsi totalmente alla scoperta di elementi architettonici, vicende storiche e familiari, tradizioni gentilizie.