Nel cuore del centro storico si trova anche la piccola chiesa di Santa Maria della Rosa, di cui vale la pena conoscere la storia. Della sua edificazione è complice un prodigio: la Vergine Madre della Rosa, raffigurata in un’icona di una vecchia cappella diroccata di un palazzo nobiliare, parlò a una fanciulla del luogo lamentando l’abbandono in cui era tenuta la sua immagine. Per questo si pensò di costruire una chiesa per ospitare l’icona stessa, che venne terminata e aperta al culto nel 1611. Il crescente afflusso di fedeli costrinse poi ad ampliare (nel 1620) l’edificio nella forma attuale.
L’edificio è opera dell’architetto Giovanni Maria Tarantino, ha sul fronte un unico ingresso decorato e sormontato da un finestrone. Ha un campanile a vela, mentre all’interno l’unica navata è scandita da archi a tutto sesto. Sull’altare in pietra leccese trova spazio l’antica icona della Madonna. Restano poche tracce, invece dei dipinti murali.
Dopo il terremoto del 1743 la chiesa ha ospitato a lungo la Confraternita di San Giuseppe (la chiesa di San Giuseppe, infatti, subì moltissimi danni). Dopo l’Unità d’Italia, fu abbandonata e la proprietà passò a privati, che solo nel 1982 l’hanno donata alla Diocesi (che ha provveduto al suo restauro).