Bellissima la storia della chiesa di Sant’Antonio, che nasce sul finire del 1400 sui resti di una sinagoga, luogo di riferimento della Giudecca, il quartiere ebraico di Nardò. Una comunità ebraica, infatti, risiedeva in quel tempo in città esercitando principalmente l’attività della lavorazione delle pelli, ma fu costretta ad abbandonarla a causa delle persecuzioni antisemite del 1496. L’area della sinagoga, ormai abbandonata, fu concessa all’ordine conventuale dei Francescani Osservanti, che vi costruirono la chiesa di Sant’Antonio di Padova e l’attiguo convento (quest’ultimo oggi è sede del Museo della Preistoria di Nardò).
La facciata è stata rifatta nel Settecento ed è divisa in due ordini, secondo uno stile essenziale. Più fastoso l’interno, a navata unica, con un pregevole soffitto ligneo a cassettoni. Degno di nota il Mausoleo degli Acquaviva, grandiosa opera scultorea rinascimentale. Di recente è stato portato a termine un corposo intervento di consolidamento e restauro.
La chiesa si trova nel vecchio pittagio San Paolo, nel centro storico, su un lato della omonima piazzetta, anch’essa negli anni scorsi oggetto di lavori di riqualificazione.